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Sapienza 8

Sapienza

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Capitolo 9

1

 

 Demetrio seppe che era morto Nicànore ed era stato distrutto il suo esercito in combattimento e decise di mandare di nuovo Bàcchide e Alcimo in Giudea e l'ala destra dell'esercito con loro. 

 

 


2

 

 Seguirono la via di Gàlgala e si accamparono sopra Mesalot in Arbèla; la occuparono prima e vi fecero morire molti uomini. 

 

 


3

 

 Nel primo mese dell'anno centocinquantadue posero il campo contro Gerusalemme. 

 

 


4

 

 Poi lo tolsero e si portarono a Berea con ventimila uomini e duemila cavalli. 

 

 


5

 

 Giuda era accampato in Elasa con tremila uomini scelti. 

 

 


6

 

 Quando videro la massa di un esercito così numeroso, ne rimasero sgomentati e molti si dileguarono dal campo e non rimasero che ottocento uomini. 

 

 


7

 

 Giuda vide che il suo esercito si disgregava mentre la battaglia incalzava; si sentì venire meno il cuore, perché non aveva possibilità di radunare i suoi, 

 

 


8

 

 e tutto affranto disse ai superstiti: «Alziamoci e andiamo contro i nostri avversari, se mai possiamo debellarli». 

 

 


9

 

 Ma lo dissuadevano dicendo: «Non riusciremo ora se non a mettere in salvo noi stessi, ma torneremo poi con i nostri fratelli e combatteremo; da soli siamo troppo pochi». 

 

 


10

 

 Giuda disse: «Non sia mai che facciamo una cosa simile, fuggire da loro; se è giunta la nostra ora, moriamo da eroi per i nostri fratelli e non lasciamo ombra alla nostra gloria». 

 

 


11

 

 L'esercito nemico uscì dal campo schierandosi contro i Giudei: la cavalleria si divise in due ali e i frombolieri e gli arcieri precedevano lo schieramento; i più validi erano in prima fila e Bàcchide stava all'ala destra. 

 

 


12

 

 La falange si mosse avanzando ai due lati e al suono delle trombe; anche dalla parte di Giuda si diede fiato alle trombe. 

 

 


13

 

 La terra fu scossa dal fragore degli eserciti; si scatenò la battaglia che durò dal mattino fino a sera. 

 

 


14

 

 Giuda notò che Bàcchide e la parte più forte dell'esercito era a destra: allora si unirono a lui tutti i più coraggiosi 

 

 


15

 

 e fu travolta l'ala destra dal loro urto ed egli l'inseguì fino al monte di Asdòd. 

 

 


16

 

 Ma quelli dell'ala sinistra, vedendo che era stata sconfitta l'ala destra, si volsero sugli stessi passi di Giuda e dei suoi uomini assalendoli alle spalle. 

 

 


17

 

 Così si accese la battaglia e caddero feriti a morte molti da una parte e dall'altra; 

 

 


18

 

 cadde anche Giuda e gli altri fuggirono. 

 

 


19

 

 Giònata e Simone raccolsero Giuda loro fratello e lo seppellirono nel sepolcro dei suoi padri in Modin. 

 

 


20

 

 Tutto Israele lo pianse: furono in gran lutto e fecero lamenti per molti giorni, esclamando: 

 

 


21

 

 Come è caduto l'eroe che salvava Israele?». 

 

 


22

 

 Il resto delle imprese di Giuda e delle sue battaglie, degli eroismi di cui diede prova e dei suoi titoli di gloria non è stato scritto, perché troppo grande era il loro numero. 

 

 


23

 

 Dopo la morte di Giuda riapparvero i rinnegati in tutto il territorio d'Israele e risorsero tutti gli operatori di iniquità. 

 

 


24

 

 In quei giorni sopravvenne una terribile carestia e la terra stessa congiurò in loro favore. 

 

 


25

 

 Bàcchide scelse gli uomini più empi e li fece padroni della regione. 

 

 


26

 

 Quelli si diedero a ricercare e braccare gli amici di Giuda e li condussero da Bàcchide, che si vendicava di loro e li scherniva. 

 

 


27

 

 Ci fu grande tribolazione in Israele, come non si verificava da quando fra loro erano scomparsi i profeti. 

 

 


28

 

 Allora tutti gli amici di Giuda si radunarono e dissero a Giònata: 

 

 


29

 

 «Da quando è morto tuo fratello Giuda, non c'è uomo simile a lui per condurre l'azione contro i nemici e Bàcchide e gli avversari della nostra nazione. 

 

 


30

 

 Ora noi ti eleggiamo oggi nostro capo e condottiero nelle nostre battaglie». 

 

 


31

 

 Giònata assunse il comando in quella occasione e prese il posto di Giuda suo fratello. 

 

 


32

 

 Appena Bàcchide ne ebbe notizia, cercò di ucciderlo. 

 

 


33

 

 Furono informati anche Giònata e Simone suo fratello e tutti i loro seguaci, ed essi fuggirono nel deserto di Tekòa e si accamparono presso la cisterna di Asfar. 

 

 


34

 

 Bàcchide lo seppe in giorno di sabato e si portò con tutto il suo esercito al di là del Giordano. 

 

 


35

 

 Giònata inviò suo fratello, capo della turba, a chiedere ai Nabatei suoi amici di custodire presso di sé i loro equipaggiamenti che erano abbondanti. 

 

 


36

 

 Ma i figli di Iambri che abitavano in Màdaba fecero una razzia e catturarono Giovanni, con tutte le cose che aveva, e portarono via tutto. 

 

 


37

 

 Dopo questo fatto riferirono a Giònata e a Simone suo fratello: «I figli di Iambri hanno una grande festa di nozze e conducono a Nàdabat la sposa, figlia di uno dei grandi magnati di Canaan, con corteo solenne». 

 

 


38

 

 Si ricordarono allora del sangue del loro fratello Giovanni, perciò si mossero e si appostarono in un antro del monte. 

 

 


39

 

 Ed ecco alzando gli occhi videro un corteo numeroso e festante e lo sposo con gli amici e fratelli, che avanzava incontro al corteo, con tamburi e strumenti musicali e grande apparato. 

 

 


40

 

 Balzando dal loro appostamento li trucidarono; molti caddero colpiti a morte mentre gli altri ripararono sul monte ed essi presero le loro spoglie. 

 

 


41

 

 Le nozze furono mutate in lutto e i suoni delle loro musiche in lamento. 

 

 


42

 

 Così vendicarono il sangue del loro fratello e ritornarono nelle paludi del Giordano. 

 

 


43

 

 Bàcchide ne ebbe notizia e venne in giorno di sabato fin sulle sponde del Giordano con numeroso esercito. 

 

 


44

 

 Giònata disse ai suoi: «Alziamoci e combattiamo per la nostra vita, perché oggi non è come gli altri giorni. 

 

 


45

 

 Ecco abbiamo i nemici di fronte a noi e alle spalle, dall'uno e dall'altro lato l'acqua del Giordano o la palude o la boscaglia, non c'è possibilità di sfuggire. 

 

 


46

 

 Alzate ora le vostre grida al Cielo, perché possiate scampare dalla mano dei vostri nemici». 

 

 


47

 

 E si attaccò battaglia. Giònata stese la mano per colpire Bàcchide, ma questi lo scansò e si tirò indietro. 

 

 


48

 

 Allora Giònata e i suoi uomini si gettarono nel Giordano e raggiunsero a nuoto l'altra sponda; gli altri non passarono il Giordano per inseguirli. 

 

 


49

 

 Dalla parte di Bàcchide caddero in quella giornata circa duemila uomini. 

 

 


50

 

 Bàcchide tornò in Gerusalemme ed edificò fortezze in tutta la Giudea: le fortezze di Gerico, Emmaus, Bet-Coròn, Betel, Tamnata, Piraton e Tefon con mura alte, porte e sbarre e 

 

 


51

 

 vi pose un presidio per molestare Israele. 

 

 


52

 

 Fortificò anche la città di Bet-Zur e Ghezer e l'Acra e vi stabilì milizie e vettovaglie. 

 

 


53

 

 Prese come ostaggi i figli dei capi della regione e li pose come prigionieri nell'Acra a Gerusalemme. 

 

 


54

 

 Nell'anno centocinquantatrè, nel secondo mese, Alcimo ordinò di demolire il muro del cortile interno del santuario; così demoliva l'opera dei profeti. Si incominciò dunque a demolire. 

 

 


55

 

 Ma in quel tempo Alcimo ebbe un colpo e fu interrotta la sua opera. La sua bocca rimase impedita e paralizzata e non poteva più parlare né dare disposizioni per la sua casa. 

 

 


56

 

 Alcimo morì in quel tempo con grande spasimo. 

 

 


57

 

 Bàcchide, vedendo che Alcimo era morto, se ne tornò presso il re e la Giudea rimase tranquilla per due anni. 

 

 


58

 

 Tutti gli empi tennero questo consiglio: «Ecco Giònata e i suoi vivono tranquilli e sicuri. Noi dunque faremo venire Bàcchide e li catturerà tutti in una sola notte». 

 

 


59

 

 Andarono e tennero consiglio da lui. 

 

 


60

 

 Egli si mosse per venire con un esercito numeroso e mandò di nascosto lettere a tutti i suoi fautori nella Giudea, perché s'impadronissero di Giònata e dei suoi. Ma non riuscirono, perché era stata svelata la loro trama. 

 

 


61

 

 Anzi questi presero una cinquantina di uomini, tra i promotori di tale iniquità nel paese e li misero a morte. 

 

 


62

 

 Poi Giònata e Simone con i loro uomini si recarono fuori del paese a Bet-Basi nel deserto e ricostruirono le sue rovine e la fortificarono. 

 

 


63

 

 Lo seppe Bàcchide e radunò la sua gente e avvisò quelli della Giudea. 

 

 


64

 

 Andò ad accamparsi presso Bet-Basi e la attaccò per molti giorni allestendo anche macchine. 

 

 


65

 

 Giònata lasciò Simone suo fratello nella città e uscì nella regione, percorrendola con un drappello di armati. 

 

 


66

 

 Battè Odomèra con i suoi fratelli e i figli di Fasiron nel loro attendamento. Cominciarono così a battersi e aumentarono di forze. 

 

 


67

 

 Simone a sua volta e i suoi fecero una sortita dalla città e incendiarono le macchine. 

 

 


68

 

 Poi attaccarono Bàcchide, che fu sconfitto, e lo gettarono in grande disappunto, perché il suo piano e la sua impresa erano andati a vuoto. 

 

 


69

 

 Si rivolse con rabbia contro quei rinnegati che l'avevano consigliato di venire nel paese. 

 

 


70

 

 Giònata lo seppe e gli mandò messaggeri per concludere la pace con lui e scambiare i prigionieri. 

 

 


71

 

 Quegli accettò e fece secondo le sue proposte e gli giurò che non gli avrebbe recato alcun male per il resto dei suoi giorni; 

 

 


72

 

 poi gli restituì i prigionieri che prima aveva catturati nella Giudea e, messosi sulla via del ritorno, se ne andò nel suo paese e non volle più tornare nel loro territorio. 

 

 


73

 

 Così si riposò la spada in Israele. Giònata risiedeva in Micmas e incominciò a governare il popolo e a far scomparire gli empi da Israele. 

 

 


Sapienza 10

 

 

 

 

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